Fra le drammatiche conseguenze di un anno di pandemia, possiamo annoverare un ennesimo problema riferito alla scuola, e precisamente l’aumento della dispersione scolastica.
Per dispersione scolastica non bisogna intendere solo “l’abbandono scolastico” in senso stretto, ma
tutte quelle situazioni che allontanano i ragazzi dallo studio, facendo loro passare la voglia di applicarsi fino a sentire quella pesante inerzia e senso di inutilità a causa dei quali la mattina non riescono ad alzarsi dal letto.
Questa emergenza si differenzia a seconda di molteplici aspetti e di concause che cambiano in relazione ai diversi contesti socio-economici, geografici ed educativi.
La dispersione scolastica in Italia prima della pandemia era pari al 13%, e per quanto fosse fra le più elevate d’Europa, si registrava comunque un trend in discesa. Nell’ultimo anno è stata registrata invece una violenta impennata a causa delle disposizioni di distanziamento imposte, nonché per via della dad, della ddi e del disagio arrecato dall’uso di presidi sanitari.
Le difficoltà infrastrutturali (mancanza di connessioni adeguate o di dispostivi digitali ad esempio) hanno sottolineato le differenze della condizione socio economica e culturale delle famiglie anche all’interno di una stesso contesto o gruppo classe, evidenziando in modo drammatico tutti quegli studenti più esposti o fragili, e rendendoli più vulnerabili a tal punto da progettare una auto esclusione dal mondo della scuola, in modo particolare chi era già a rischio di abbandono precoce.
La comunità di Sant Egidio (1) ha condotto un’inchiesta su ventitré città di dodici regioni, coinvolgendo 2.800 bambini della scuola primaria e secondaria di primo grado. Ne è emerso che nel rischio di dispersione non rientrano solo i bambini svantaggiati, ma circa un minore su quattro è considerato a rischio, ovvero il 25% su base nazionale che diventa il 30% al sud dove la situazione tende a peggiorare.
La ricerca si è basata su due indicatori:
-il numero dei minori con più di tre assenze ingiustificate al mese
-il numero di minori che non hanno ripreso le attività scolastiche nel periodo che va da settembre a Natale.
Ipsos ha eseguito un’altra indagine per Save the Children (2), interrogando 1000 studenti della scuola secondaria di secondo grado. Ne è emerso che il 28% ha sostenuto che dall’inizio della pandemia almeno un compagno nella propria classe ha smesso di frequentare la scuola a causa della difficoltà di connessione e di mancanza di concentrazione, di senso di inutilità e della noia. Nel complesso la stima è che almeno 34 mila studenti delle superiori sono a rischio di abbandono anche solo per le assenze (3).
Inquietanti ed inequivocabili sono state le segnalazioni giunte alle procure minorili, per fare solo qualche esempio:
- Cagliari ha registrato 300 segnalazioni di abbandoni a fronte di 700 fascicoli aperti, in media, in un anno.
- A Napoli sono giunte 900 segnalazioni solo nei primi mesi del 2021 rispetto alle 800 di tutto il 2019.
- Una fotografia che non risparmia nemmeno il Centro e il Nord: dopo sei mesi dall’inizio dell’anno scolastico all’appello in classe, secondo i dati forniti dalla Prefettura di Prato ad es, mancano complessivamente 506 alunni; anche in Lombardia si stima che un ragazzo su quattro abbandonerà quest’anno gli studi come effetto dell’isolamento dovuto alla pandemia.
Da questi dati si evince come i dispersi siano triplicati ed è ripreso l’abbandono scolastico alla primaria che non si vedeva da anni.
I magistrati dei tribunali per i minorenni (4) si sono accorti inequivocabilmente che l’assenza della scuola in presenza è l’elemento chiave dell’aumento esponenziale della dispersione scolastica. In questa crisi troppo spesso gli adolescenti sono rimasti invisibili e l’impatto prodotto su di loro dalla chiusura delle scuole (totale o parziale) è ancora gravemente sottovalutato.
La scuola è un luogo dove ci si riscatta, dove si assume un ruolo socialmente riconosciuto, dove si persegue un obiettivo fondamentale per ogni ragazzo che altrimenti non riuscirebbe a riconoscersi. La scuola è un luogo dove ci si confronta, si cresce e ci si forma a prescindere dagli apprendimenti e dalla didattica intesa in senso stretto. A scuola ogni cosa dovrebbe essere “pedagogia” grazie al confronto con tutte le figura presenti ciò che invece è mancato nell’ultimo anno, scegliendo di farne a meno come se nulla fosse.
Molti sono i fattori di rischio che possono portare uno studente a lasciare precocemente la scuola: alcune sono motivazioni soggettive come difficoltà cognitive e di apprendimento, demotivazione, senso di inadeguatezza, condizioni socio-economiche e familiari, come il titolo di studio dei genitori, il sentimento generale della famiglia verso lo studio e la partecipazione scolastica.
Altri fattori sono più legati alla scuola e al contesto, al rapporto con docenti e compagni, alla qualità della didattica attuata, alle basse aspettative nella scuola sulla capacità del sistema formativo di incidere sulle opportunità future degli studenti.
Ma come poter aiutare le famiglie prede di questo fenomeno?
Intanto alzando il livello di guardia e rendendosi conto della sofferenza dei ragazzi anche laddove apparentemente non emerge; poi stimolarli con compiti di realtà da accostare alla didattica digitale organizzando momenti di studio in compagnia. Importante in taluni casi è non fermarsi al voto ma spingersi oltre, fino a sollecitare la motivazione laddove sembra essersi affievolita o spenta. Bisogna ricominciare a fare progetti insieme ai nostri ragazzi che pongano lo studio come un percorso interessante e necessario per il raggiungimento dell’obiettivo di vita, che sovente coincide con il vivere stesso.
[i]https://www.orizzontescuola.it/dispersione-scolastica-comunita-santegidio-al-25-1-su-3-al-sud-con-dad-meta-dei-bambini-hanno-avuto-delle-difficolta-a-seguire-le-lezioni-intervista/
[ii]https://www.ansa.it/.canale_lifestyle/notizie/.teen/2021/01/05/save-children-34mila-studenti-a-ischio-abbandono-scolastico-per-la- pandemia_ac179240-a86a-482c-8a0d-63be4cedffa7.html
[iii] https://www.savethechildren.it/blog-notizie/scuola-e-covid-19-pensieri-e-aspettative-degli-adolesceti
[iv] https://www.ilfattoquotidiano.it/.2021/04/12/abbandono-scolastico-impennata-di-segnalazioni-alle-procure-minorili-dopo-un-anno-di-covid- con-la-dad-i-piu-fragili-non-ce-la-fanno/6161615/.
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Buongiorno Nadia,
sono l’autrice dell’articolo, confermo che i dati rilevati sono al netto degli studenti in istruzione parentale.
Non ho ritenuto necessario specificarlo perché quando si fa richiesta di istruzione parentale, i genitori devono comunicarlo in modo ufficiale alla scuola di competenza, e sono conteggiati nel plesso scolastico come se fossero iscritti a tutti gli effetti. In questo caso inoltre le procure minorili non vengono interpellate.
Grazie per il suo contributo
Claudia Marrosu
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Ciaoo cara Silvia,
Si é indagato se i “*minori che non hanno ripreso le attività scolastiche nel periodo che va da settembre a Natale” *non lo abbiano fatto perché hanno iniziato la scuola parentale? Poiché vi é un dato importante in tal senso. Se non se ne é tenuto conto, vi é evidentemente una mal costruzione dell indagine che la rende fragile nel fotografare il fenomeno.
Piuttosto l uso smisurato proprio delle tecnologie, il non concepire che 8 ore a casa davanti al computer sono ben più onerose psicosomaticamente che le medesime ore in classe in socialità naturale, nonché i nuovi protocolli scolastici che impongono verifiche continue sull apprendimento, ovvero anche settimanali, e che tengono i minori in uno stress continuativo e impongono loro altre copiose ore di studio nel pomeriggio, talvolta anche il sabato e la domenica. A cio’ va aggiunta la segregazione casalinga, l impossibilità di fare sport in primis e tutti gli annessi e connessi dell attuale guerra in corso.
Un abbraccio e buona giornata, cara Silvia – grazie sempre del tuo prezioso impegno!
Nadia
ps: con alcuni colleghi del Piemonte stiamo pensando di incontrarci a breve, forse la prossima settimana che io saro’ li’ in zona, a Vercelli. Ci farebbe piacere se ci fossi anche tu. Penso che i colleghi, 3 o 4 in totale, verranno a Vercelli dove io saro’ poiché io sono senza auto. I colleghi sono della zona Torino/Cuneo e si potrebbe organizzare di fare una sola auto, se ti piacesse partecipare e ti piacesse l idea. Se hai telegram, faccio un piccolo gruppo di soli noi per accordarsi. Spero ci sarai e riusciremo a darci un abbraccio dal vivo 🙂
Il giorno mar 18 mag 2021 alle ore 08:03 Comunicato Psi ha scritto:
> Claudia Marrosu posted: ” Fra le drammatiche conseguenze di un anno di > pandemia, possiamo annoverare un ennesimo problema riferito alla scuola, e > precisamente l’aumento della dispersione scolastica. Per dispersione > scolastica non bisogna intendere solo “l’abbandono scolastico”” >
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