La via degli abbracci: perché sono importanti per la nostra salute

Il 25 novembre 2020 è la data di pubblicazione di un articolo sui minori livelli di citochine proinfiammatorie osservate nei soggetti che hanno riportato una maggiore frequenza quotidiana di abbracci [1]. Sottolineo la data perché, malgrado il periodo, nell’articolo non è presente alcun riferimento al COVID. Presumibilmente lo svolgimento dello studio è precedente, nondimeno colpisce la scelta degli autori di non contestualizzarlo, quasi come se preferissero collocarlo in una riflessione più universale sulla nostra salute fisica e mentale.

Seguiamo pertanto il suggerimento e approcciamo questo breve excursus da una prospettiva universale, evoluzionistica e scientifica. Infatti la scienza riscopre ciò che intuitivamente da sempre sappiamo: dei semplici gesti di affettività fisica, come gli abbracci, sono necessari alla nostra salute, fanno intrinsecamente parte di quella che potremmo chiamare la “Vera Umanità”. Teniamo sempre a mente di cosa ci priviamo rinunciando ad abbracciare le persone care.

Come da titolo, Daily Hugging Predicts Lower Levels of Two Proinflammatory Cytokines, lo studio rileva una correlazione inversa tra abbracci e fattori proinfiammatori, specificamente le citochine IL1-β e TNF-α. Va detto che il disegno di studio ha delle limitazioni, evidenziate dagli stessi autori; inoltre, come tutti gli studi preliminari, necessita di ulteriori verifiche. Nondimeno l’articolo è interessante, oltre che per le indicazioni emerse dalla ricerca, anche e soprattutto per la presenza di una ricca bibliografia sulla cosiddetta Teoria dello Scambio di Affetto (AET: Affection Exchange Theory), sviluppata dallo stesso Floyd, coautore della pubblicazione in questione.

La teoria si limita a ipotizzare che, a condizione che non sia indesiderata, una manifestazione di affetto avrà conseguenze positive sulla salute, sia fisica che mentale. Una ricca serie di esperimenti, riportati nella pubblicazione, sostengono l’ipotesi, rilevando che una comunicazione affettuosa è correlata a:

  • maggiore benessere generale percepito
  • migliore autostima
  • minore alessitimia
  • minore probabilità di ricevere diagnosi di ansia generalizzata o di disturbo depressivo maggiore
  • minore ansia
  • minore depressione
  • minore stress
  • minore solitudine percepita.

L’avere avuto un’interazione affettuosa sembra inoltre capace di influenzare parametri fisiologici come il cortisolo, la pressione sanguigna, i linfociti, le immunoglobuline e molto altro.

Particolarmente efficaci appaiano le forme di comunicazione affettiva mediate dal contatto fisico e in modo particolare dagli abbracci. Tra i molti studi citati dall’articolo che stiamo ripercorrendo segnalo uno studio [2] condotto su 404 soggetti sani, interrogati sugli abbracci ricevuti nell’arco di due settimane, successivamente messi in contatto con un rhinovirus o con un virus influenzale e infine lasciati 5 giorni in isolamento: la maggiore frequenza di abbracci nelle settimane precedenti appare immunoprotettiva.

Una comunicazione affettuosa e di contatto fisico, con le dovute eccezioni di alcuni individui per i quali può essere sgradito (ad esempio soggetti abusati o con disturbi dello spettro autistico), è un bisogno umano fondamentale che si è evoluto nella nostra specie grazie ai suoi vantaggi riproduttivi. Non stupisce pertanto che il comportamento risulti correlato con vantaggi “secondari” psichici e fisiologici che lo favoriscano.

Invito i lettori a pensare a cosa rappresentano per loro gli abbracci, che cosa evoca loro il ricordo, cosa sentono stringendo una persona cara e cosa invece provoca il privarsene. Nella scala delle priorità di un essere umano la mera sopravvivenza non è sempre al primo posto e la vicinanza emotiva, di cui l’abbraccio è simbolo perfetto, non è certo un optional. Lo sa bene chi soffre di depressione, di solitudine, di mancanza di senso della propria esistenza: un abbraccio può fare la differenza.

1. van Raalte L., J. & Floyd, K. (2020). Daily Hugging Predicts Lower Levels of Two Proinflammatory Cytokines. Western Journal of Communication. DOI: https://doi.org/10.1080/10570314.2020.1850851

2. Cohen, S., Janicki-Deverts, D., Turner, R. B., & Doyle, W. J. (2014). Does Hugging Provide Stress-Buffering Social Support? A Study of Susceptibility to Upper Respiratory Infection and Illness. Psychological Science, 26(2), 135–147. DOI: https://doi.org/10.1177/0956797614559284

Pubblicato da Benedetto Tangocci

Psicologo clinico, http://psicologotangocci.it/

Una opinione su "La via degli abbracci: perché sono importanti per la nostra salute"

  1. Un abbraccio evoca, da sempre, in me, una sensazione di affetto di amicizia e di stima. Ritengo sia un atteggiamento naturale, che accomuna le persone in un momento di gioia, di attenzione. Donare qualcosa a chi tende la mano, è come abbracciare la persona a cui facciamo la carità e non l’elemosina. Una mano tesa, il gesto più antico del genere umano.

    Loris Mauro

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