Non è forse il caso di sottolineare nuovamente quanto sia importante in questo momento partecipare attivamente alla vita sociale, e nemmeno polemizzare sulle evidenti trascuratezze nel nostro Paese verso le categorie più a rischio. E verso la solitudine, e la paura, di molte persone.
Tu come fai? Raccontalo!
Questa volta, scriviamo tutti insieme un contributo dedicato alle strategie che stiamo adottando per resistere psicologicamente all’emergenza. Se hai adottato nuove abitudini o hai scoperto che qualcosa, più di altro, ti fa star bene, raccontalo. Come fare? Semplice:
1- Individua una pratica o un’abitudine di vita che ti è stata utile durante l’emergenza, e che ancora adesso adotti per star bene.
2- Raccontala a tutti scrivendola nei commenti qui in basso, sotto la voce Rispondi. Puoi firmare il tuo commento con il tuo nome o con uno pseudonimo, senza alcun problema.
3- Il tuo commento verrà visto da tutti gli altri e rappresenterà un’importante testimonianza su come viene fronteggiato il difficile periodo.
Forza! Scrivi subito un tuo risultato nei commenti, anche se ti sembra piccolo, e concorri a creare una nuova cultura del benessere.
* Le informazioni contenute di seguito non intenderanno e non dovranno in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.
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Accedendo pubblicherai il seguente commento a Strategie infallibili di resistenza psicologica all’emergenza. Raccontalo!
“Colui che crede senza dubitare o cercare è come una nave che, perduta la luce del faro, si abbandona alla spinta dei venti”.
Questa frase di Gemma Dallafiora, mia madre, mi ha sempre dato la forza necessaria per combattere le dichiarazioni mendaci, quelle dichiarazioni, senza etica o coscienza, che molti “signori” utilizzano per influenzare e turbare la vita degli altri. Se si usa la propria testa, la propria mente, per osservare ed analizzare la realtà, per aumentare le proprie conoscenze, senza affidarsi passivamente a ciò che ci “vien detto”, allora non potrà capitare di abbandonarsi alla furia dei venti e si potrà, al contrario, riconoscere tutta la tossicità (talvolta l’assurdità) di certe azioni e dichiarazioni pubbliche. In questo folle periodo di allarme Covid, il contatto con la natura, la solidità delle amicizie, il rinsaldo di vecchi rapporti positivi, la solidarietà spontanea nata dalla creazione di reti sociali libere, la capacità di preservare i propri istinti, l’attività fisica, il cibo buono e sano e soprattutto la ricerca, tanta, tanta ricerca di notizie e fonti informative attendibili e diversificate fra loro, in grado di dialogare e confrontarsi l’un l’altra, dando sostanza ad una vera e profonda cultura dei cittadini, sono il miglior antidoto ad ansie e paure disfunzionali.
Ma attenzione, non bisogna cercare di eliminare la paura, tout court, che è invece elemento fondamentale per la sopravvivenza dell’uomo, in quanto istinto difensivo primordiale, ma piuttosto imparare ad ascoltare che messaggio essa veicola ed utilizzarla come campanello d’allarme, sentinella amica, versus l’origine del nostro malessere, ossia verso ciò che non lascia spazio a serenità e normalità.
Tiziana Bruna Bertinotti
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Condivido la Tua riflessione Tiziana, cerchiamo di mantenere il giusto equilibrio tra la sfera razionale e quella emotiva. Credo che la nostra esistenza sia un libro compilato istante, dopo istante, giorno dopo giorno, anno dopo anno. E’ una storia che ci appartiene anche se, spesso non la riconosciamo come nostra, poichè non riusciamo a leggerla nel modo giusto. E questo accade quando i nostri sentimenti e la parte razionale di noi stessi non si compensano tra di loro, alterando così un equilibrio essenziale. Non dovremmo mai annullare la razionalità, ma neppure mortificare i sentimenti in nome della ragione. E, in momenti come quelli attuali, ciò sta accadendo.
Loris Mauro
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Sulla scia di una citazione di Calvino tratta dal libro : le città invisibili…
” Riconoscere in questo inferno chi e che cosa non è inferno e dargli spazio e farlo durare..”
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il sovraccarico emotivo trova sollievo con piccoli esercizi di stretching (perché “le emozioni sono motorie” cioè fisiche, ed è nella muscolatura che noi umani ce le giochiamo male): li insegno da anni ai miei pazienti e, in questi casi, ovviamente li utilizzo io stesso. Buona sopravvivenza a tutte/i noi.
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meditazione e attività creative (pittura/ricamo)
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Ho cercato di pregare di più per alimentare la Speranza e dall’altro ho cercato di tenermi informato e battermi per cercare la verità e tenermi vivo coltivando le relazioni
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Per portare equilibrio in questo momento cosi confuso, ho adottato la linea della disciplina. Tre azioni che non possono mancare: passeggiate all’aria aperta, pratico il Tai-Chi, leggo e studio argomenti che mi appassionano. Niente TV mi tengo informata con i canali del libero pensiero. Alimentazione e pensieri sani. Quando vedo e sento persone preoccupate cerco di portarle a pensare e a porsi delle domande.
Prendermi cura dei miei affetti, mi aiuta molto.
Ho scoperto tante cose nuove, perché ho imparato ad approfondire, in molti ambiti. Prima vivevo in superficie.
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Da anni non guardo la TV. Seguo solo canali di informazione indipendente via internet o su App.
La sera leggo un buon libro e mi dedico alla famiglia, non prima di aver cenato tutti insieme con cibi sani e selezionati attentamente.
Appena possibile passeggio possibilmente nei parchi, nei boschi, in campagna e faccio attività fisica regolarmente.
Cerco di dare una mano a chi ne ha bisogno praticamente ed anche a chi serve una buona parola.
Non dimentico di essere grato alla vita per ciò che mi offre quotidianamente.
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Non ho la TV e ciò mi permette di andare a ricercare direttamente le notizie, in particolare i canali di libera informazione. Leggere un buon libro la sera. Prendermi cura di mio marito e dei miei figli con una alimentazione bilanciata. Cercare di far circolare le informazioni veritiere (cosa difficile in questo periodo). Cercare un contatto con la scuola dei miei figli (periodo impegnativo), provando ad instaurare un dialogo costruttivo e di fiducia reciproca. Qualche passeggiata all’aria aperta con la mia famiglia. Occuparmi degli altri mi rende felice e cerco di farlo con i mezzi a mia disposizione.
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Non ho la TV da anni e questo è basilare (anche prima del covid) per non essere coinvolto e travolto da un continuo creare allarme, da notizie negative rimarcate il più possibile, da talk show dove si litiga per creare audience. Aggiornamenti e informazioni col contagocce e attinti prevalentemente da fonti alternative a quelle ufficiali, confronto con gli altri mai polarizzato, visto che ognuno fa quel che può. Poi alimentazione sana, nel mio caso vegetariana, movimento fisico fatto regolarmente il mattino presto. Qualche bella passeggiata in mezzo alla natura, nel mio caso lungo un fiume, dove la mascherina si può lasciare in tasca. Cura dei familiari e delle persone care, studio e scrittura nelle cose che appassionano.
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Il maggior tempo a disposizione mi ha fatto indagare su quanto sia abitudine correre in balia degli eventi e la meditazione mi ha fatto percepire quanto sia invece importante sentire. Il continuare a frequentare persone mi ha dato la gioia di sorridere. La ricerca di informazioni serie e complete mi fa stare sereno nei confronti della malattia. La consapevolezza di poter sempre fare la propria scelta e di poter fare qualcosa in un momento storico così cruciale per il futuro mi ha dato forza. Il lavoro è sempre faticoso ma rimanere attivo anche nel lockdown mi ha permesso di rimanere attivo e di avere un minimo di socialità. Essere disposto a sacrifici per un bene comune mi fa sentire una persona migliore.
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Sicuramente mi ha aiutato la meditazione ma più di ogni altra cosa ho cercato di vivere una vita il più possibile normale. Non mi sono fatta sommergere dall’informazione televisiva ma ho cercato fonti di informazione attendibili. Ho cercato di relativizzare i numeri dei contagi consapevole che erano in rapporto al maggior numero di tamponi fatti e ho cercato solo di giudicare l’emergenza solo in funzione di un eccessivo sovraccarico degli ospedali. Questo mi ha permesso di mantenere più bassoil livello di ansia nei confronti della situazione. Ho cercato di concentrarmi sulle piccole cose di tutti i giorni un passo alla volta un pensiero alla volta e un problema alla volta.
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Mi chiamo Barbara e come tutte le persone credo di essere stata messa alla prova in questo periodo complicato. Gli aspetti di questa complessità sono molteplici ma credo che qui la richiesta riguardi una pratica possibile di cura del sé in questa circostanza. Personalmente non ho mai smesso di circondarmi di bellezza, ho messo molta cura nel luogo in cui ho vissuto il mio quotidiano:la mia casa. Non le ho mai fatto mancare dei fiori, degli oli profumati, le candele e ho proiettato la luce per richiamare particolari a me cari, una fotografia, un dono, altro oggetti a me cari. Ho riguardato i libri che per la mia formazione sono stati i più importanti, sono andata a guardare quello che avevo sottolineato. Ho ripreso le mie vecchie fotografie, ho fatto qualche passo indietro con la memoria rivisita do figure di riferimento importanti come quella della mia nonna. Non ho mai smesso di chiedere ed offrire aiuto nei momenti più critici, ad esempio con mio figlio adolescente abbiamo intrapreso una terapia familiare per farci sostenere nell’affrontare una convivenza forzata h24. Ho messo in circolo buone pratiche di mutuo aiuto per aiutare piccole botteghe a sopravvivere. Mi sono dedicata molto alle cose che amo fare tra le quali leggere e scrivere. Ecco con tutto questo ho inteso la parola bellezza
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Non ho la tv e questo penso sia un bel punto di partenza, evito di leggere i titoli dei giornali su internet ma cerco notizie sui siti di informazione libera. Alla sera mi dedico ad un buon libro chiudendo, dopo cena, con tutte quelle notizie che possono provocare tensione. Ricerco il contatto con la natura anche con semplici passeggiate, meglio tra gli alberi, nei boschi. In questo periodo mi sono preso cura della casa sistemando i lavori pendenti, quelli che si rimandano sempre, e di me stesso dedicandomi di più alla cucina e al mangiare sano. Una cosa che mi fa sentire meglio e aiutare gli altri ad alleggerire la tensione e la paura instillata dai mass media, strappando un sorriso, una mascherina abbassata, una stretta di mano.
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TV spenta e ricerca d’informazione libera ( non quella dettata dai telegiornali o dalle testate giornalistiche nazionali). Studio giornaliero per permettermi di migliorare nel mio lavoro, alimentazione corretta, chiacchere e attività condivise con la mia compagna. Questi elementi insieme mi hanno permesso, oltre che a non cadere nell’allarmismo, di sviluppare un forte senso critico e quindi di rapportarmi con il prossimo non attraverso una posizione giudicante, ma anzi con un atteggiamento propositivo ed empatico.
Uno degli elementi fondamentali dell’uomo è il pensiero, la capacità di elaborare informazioni e non subire informazioni. La capacità critica deve essere stimolata giornalmente, la comunicazione, il confronto e la condivisione sono alla base della nostra stessa esistenza. Impegno e amore verso chi ci fa stare bene, rispetto nei confronti di noi stessi e di conseguenza del nostro prossimo. Ciao
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Cura della casa e di me stessa. Corretta alimentazione e il giusto esercizio fisico. TV spenta e libri aperti. Tanta informazione (quella vera, non quella dei telegiornali) che ha fatto sì che non cadessi preda di facili allarmismi. Tutto questo mi ha reso possibile stare vicino a persone spaventate che non ho dovuto convincere del contrario, ma che hanno comunque cambiato approccio. È bastato poter essere per loro un esempio. La mia famiglia, vera bussola della vita. E in assoluto puntare lo sguardo verso tutto ciò di cui posso essere grata.
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Provo a prendere solo il buono di questa strana situazione. Apprezzo fortemente il fatto di avere più tempo. Un tempo da dedicare alle cose che solitamente metto da parte, rimando. Non mi obbligo a fare qualcosa per fare “passare la giornata”. Cerco di viverla appieno e sì, sicuramente non ho la libertà di uscire ed andare dove mi pare, ma apprezzo ogni singolo istante. Il fatto di dover rimanere in casa per tanto tempo, mi spinge lontana dalle abitudini quotidiane. Quindi posso imparare a fare cose diverse. Sarebbe più salutare fare ginnastica o similari, ma amo cucinare…Mi rende felice e lo faccio. Dedicarsi a fare ciò che ci rende felici, trovo sia un’ottima modalità di vivere la vita. È un tempo diverso, non un tempo perso.
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1) tv spenta . Le notizie me le cerco con cura sui giornali
2) attenzione alla bellezza della natura , anche quella che è semplicemente fuori dalla porta di casa
3) attenzione per i componenti della famiglia ( da marzo scorso vive da me mia madre che accudisco come una bambolina fragile. Da settembre mio figlio ha ripreso a lavorare lontano e non c’è ma le videochiamate giornaliere sono le nostre mani intrecciate. Ma non è esattamente così )
4) attenzione alle cose belle che abbiamo in casa, anche alle luci che entrano dalle finestre e ci fanno sorridere
5) chiamare amici al telefono per due chiacchiere di condivisione e quanti normalmente non chiamano presi dalle incombenze quotidiane
6) godere della lentezza rispetto ai tempi passati, veloci e spesso frenetici
7) leggere e scrivere
Ho un timore (Spia che devo ancora “ruminare”): che la casa possa risultare più piacevole di quel che pensavamo, al punto da vedere con certo disappunto il rientro in società in senso stretto.
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La nostra vita è una continua ricerca del “proprio fondo”, cioè del significato della vita stessa. Dobbiamo imparare, specie in momenti come quelli attuali, a guardare il quadro della nostra vita e delle nostre esperienze, di prendere consapevolezza delle nostre doti e dei nostri limiti, dei nostri desideri e bisogni.
Nel mio lungo cammino verso una vita normale, dopo un grave trauma cranico, che mi aveva provocato una emorragia cerebrale , una emiparesi e la perdita della memoria, avevo intrapreso una ricerca, faticosa e con molte sorprese.
Un giorno, mentre camminavo verso il centro della città in cui risiedo, mi accorsi che lungo il tragitto vi erano delle botole a cielo aperto. Buchi neri, sovrastati da griglie, posizionati davanti alle case. L’istinto mi portava ad evitare di passare sopra questi strani pertugi e cercavo di aggirarli, ma non sempre era possibile. Allora cercavo una soluzione per non posare i miei piedi sopra le piccoli voragini, perchè provavo una sensazione di infinito. Il motivo? Non vedevo il loro fondo, dove terminassero e quindi si generava in me un’ansia, una paura dell’ignoto.
In realtà si trattava semplicemente di griglie costruite per areare locali dei caseggiati e nelle quali non potevo certamente cadere. La paura dell’ignoto, prevaleva sulla mia sfera razionale. I neuroni del mio cervello ricevevano un impulso di allarme, di un pericolo immediato. Riuscii a superare questo limite e raziocinare lo scenario, grazie al suggerimento di un’amica : ” Non è nulla, guarda, io ci cammino sopra e non succede nulla “, mi disse quando si accorse del problema. Uno stimolo esterno, generato da un senso, la vista, attivò il ponte neuronale che mi consentì di indirizzare le gambe nella giusta direzione, sopra le griglie.
Sono certo che il merito fu anche dell’azione svolta dalla affettuosa attenzione che l’amica mi rivolse.
Dobbiamo valorizzare i ricordi e le esperienze positive, specie nei nostri giorni. Viviamo in un mondo in cui prevale la fretta, il sospetto verso il possibile untore, la rimozione della malattia e della morte. Il male fa parte della vita, ma si moltiplica se gli diamo spazio . La negatività genera altro male, se si insedia incontrastata dentro di noi. Se siamo pervasi dal buio, richiamo di smarrire la luce, il nero colorerà la nostra esistenza e non riusciremo più a vedere i colori.
Il male, tanto diffuso in questa epoca, si contrasta facendo del bene, come fece, quel giorno, l’amica che mi aiutò a camminare sopra le griglie, sopra il vuoto.
Anima, cuore e mente, un intreccio che risale alla notte dei tempi e, come ci ha insegnato, la grande scienziata Rita Levi-Montalcini ” Rare sono le persone che usano la mente, poche coloro che usano il cuore, uniche coloro che usano entrambe”.
Loris Mauro, un sopravvissuto.
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Non seguendo più telegiornali e programmi televisivi inerenti la pandemia ma dedicandomi alla famiglia, alla cagnolina, alle piante che ho in terrazza, e a ristrutturare lentamente l’abitazione
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Io faccio movimento, ho scaricato una app per fare ginnastica in casa. Sto meglio del solito fisicamente e mi sembra aiuti anche l’umore. Tutte le volte che lo faccio mi sento bene.
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Il contatto con la Natura per me è sempre stato importante. Ora è fondamentale, riappropriandosi degli odori, colori, paesaggi e suoni. Non serve necessariamente recarsi fino ad un bosco, va bene anche un parchetto cittadino con l’odore delle foglie bagnate e il guizzo di un pettirosso tra i rami di rovo. Se stiamo in ascolto la poesia si può cogliere anche da un fiore di cicoria nello spartitraffico senza manutenzione.
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Mi sono fidata dei medici e ricercatori che con professionalità e coraggio hanno detto la verità, fermo restando che qualsiasi influenza può, da sempre, creare problemi a chi ha delle serie patologie. Pertanto fin dall’inizio, con assoluta serenità, mi sono comportata normalmente senza tenere conto delle restrizioni imposte. Ho tentato anche di trasmettere la mia serenità informando a mia volta tutti coloro che, confusi, avevano voglia di capire un po’ di più. Questo comporta la difesa della Libertà che è un bene supremo per una vita felice. Anita
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Amicizia! La mia strategia è sentire le persone che non sentivo più da tempo e stringere nuovamente dei rapporti. Appena passato il lockdown, ci siamo ripromessi di vederci di persona con quasi tutti
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