Un articolo di Ottobre indicizzato su PubMed* mette in luce una realtà molto diffusa: quella delle persone che lavorano da casa. A molti dipendenti infatti è stato inaspettatamente richiesto di lavorare in smart working durante il periodo emergenziale, una situazione che non per tutti è semplice da gestire né a livello professionale, né a livello personale e familiare. Con questo brusco cambiamento, infatti, è sopraggiunta una nuova sfida: quella dell’abbattimento dei confini tra vita personale e vita lavorativa. Le mura domestiche sono diventate un panorama dove si svolgono riunioni aziendali, pranzi di famiglia, visite di familiari e amici, scuola per i figli, interazioni tra colleghi e così via.
In mancanza di spazi designati per organizzare un vero e proprio ufficio in casa, innumerevoli persone hanno dovuto creare configurazioni di lavoro improvvisate in soggiorni, cucine, camere da letto, ovunque ci fosse spazio. Inoltre, la chiusura delle scuole ha costretto molti genitori a tentare di mantenere la loro produttività gestendo contemporaneamente le attività dei propri figli. Come risultato di questi cambiamenti, numerosi dipendenti hanno sperimentato minore produttività lavorativa, minore motivazione, aumento dello stress e un peggioramento sul piano della loro salute mentale, senza contare le conseguenze negative sulle relazioni familiari e, più in generale ma inevitabilmente, sulla comunità.
In attesa di un ritorno alle attività in presenza – con l’augurio che questo avvenga nel più breve tempo possibile, specie per chi ne sta soffrendo la mancanza – un approccio che può aiutare i dipendenti, i professionisti e i manager ad affrontare le sfide associate al lavoro da casa, è la pratica della consapevolezza. Tale pratica, nota come mindfulness, è risultata essere particolarmente utile in quanto può:
- aiutare i lavoratori a disconnettersi mentalmente dal lavoro quando ne hanno bisogno;
- migliorare l’attenzione delle persone verso le mansioni lavorative e quindi a migliorare le loro prestazioni;
- consentire ai lavoratori di gestire meglio l’affaticamento dello schermo.
Ricordiamo che con consapevolezza, o mindfulness, si intende qui un’attitudine che si coltiva attraverso l’attenzione non giudicante verso il momento presente. In uno stato di consapevolezza, si osserva semplicemente ciò che sta accadendo nel qui e ora, senza emettere alcun tipo di verdetto valutativo al riguardo. Di conseguenza, la consapevolezza porta ad una maggiore capacità di essere oggettivi in relazione alle proprie esperienze interne ed esterne, consentendoci infatti di disidentificarci dai nostri pensieri ed emozioni per, semplicemente, osservarli.
Sebbene la consapevolezza possa essere praticata attraverso una varietà di tecniche di consapevolezza (ad esempio la meditazione), non è necessario impegnarsi in una tecnica specifica per coltivare la consapevolezza. Si possono svolgere le proprie attività quotidiane rimanendo vigili e prestando attenzione al momento presente senza contrasti.
La chiave per essere consapevoli mentre si fa qualsiasi cosa, in qualsiasi momento, è ricordare di essere attenti e consapevoli di ciò che sta accadendo qui e ora.
Sebbene ricordare di essere vigili possa sembrare un compito semplice, non lo è sempre; ecco perché per alcune persone può essere utile impegnarsi in tecniche meditative e discipline con una cadenza regolare.
Non c’è una quantità specifica di tempo per cui si dovrebbe meditare; questa può variare da persona a persona e dipende da quanto ci si sente a proprio agio con la tecnica. Un’opzione di una ben nota meditazione mindful è l’attenzione vigile alla respirazione per 3 minuti continuativi, che è breve ma molto efficace. Oltre alla meditazione, la consapevolezza può anche essere stimolata attraverso una varietà di altre tecniche, come la consapevolezza portata al corpo, gli esercizi a terra, l’attenzione al proprio respiro mentre ci si rilassa. Tutte queste tecniche possono essere facilmente adottate nella vita quotidiana di un lavoratore, e gli effetti benefici non tardano ad emergere purché la pratica venga adottata con cadenza regolare.
I manager e i leader, come possono aiutare i lavoratori? Garantire che i propri lavoratori sostengano la produttività pur mantenendo un maggiore benessere è una responsabilità chiave dei datori di lavoro. Dall’articolo in questione arrivano diversi consigli, e qui ne elenchiamo alcuni:
- Comunica chiaramente ai tuoi dipendenti quali attività hanno la massima priorità e richiedono la prima attenzione. Ciò consentirà ai lavoratori di utilizzare la loro energia in modo più efficiente concentrando la loro attenzione sui lavori più importanti, piuttosto che disperderla in modo caotico.
- Istruisci i tuoi dipendenti su come la consapevolezza potrebbe aiutarli. Condividi con loro le semplici tecniche di consapevolezza spiegate in questo articolo. Puoi anche trovare ulteriori risorse, esercizi e strumenti per la consapevolezza online.
- Incoraggia i tuoi dipendenti a discutere con te le sfide che devono affrontare durante la crisi. Renditi disponibile ad ascoltare, senza giudizio.
- Organizza regolarmente incontri in presenza con il tuo staff. Usa questi incontri per rafforzare la tua stessa consapevolezza sul team e per discutere sulle sfide che si presentano e rivedere i progressi delle attività con loro.
- Se possibile, evita di inviare e-mail e messaggi al di fuori del normale orario di lavoro. In caso contrario, i tuoi dipendenti potrebbero sentirsi obbligati a rispondere immediatamente, indipendentemente dall’orario.
- Fai sapere al tuo staff che ottenere un aiuto professionale è un’opzione. Fornisci risorse organizzative (ad esempio, consulenze).
- Avvia le riunioni del team incoraggiando i partecipanti a fare un rapido check-in consapevole con se stessi. Condividere le proprie intuizioni con gli altri può essere una buona idea, ma dovrebbe essere facoltativo.
E tu, stai già utilizzando e trovando utili queste pratiche? Raccontalo nei commenti.
*Fonte: Toniolo-Barrios M, Pitt L. Mindfulness and the challenges of working from home in times of crisis. Bus Horiz. 2020 Oct 5. doi: 10.1016/j.bushor.2020.09.004. Epub ahead of print. PMID: 33041346; PMCID: PMC7535863.
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Molto interessante. Diffonderò il messaggio, anche perchè temo che tra poco partirà un nuovo lockdown. Prevedo entro la prima decade di novembre. Per quell’epoca faranno i salire il numero dei contagi, alias positivi asintomatici, NON malati, nè contagiosi, ad almeno 30/35.000 unità.
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