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L’isolamento è dannoso per bambini ed adolescenti?
Questo studio mira a stabilire ciò che è noto sull’impatto della solitudine e del contenimento delle malattie della salute mentale nei bambini e negli adolescenti. Sono stati presi in esame 83 articoli pubblicati tra il 01/01/1946 e il 29/03/2020.
Gli studi hanno mostrato che l’isolamento sociale e la solitudine aumentano il rischio di depressione e di ansia. La durata della solitudine è stata più fortemente correlata ai sintomi della salute mentale rispetto all’intensità della solitudine.
L’articolo conclude che bambini ed adolescenti hanno probabilmente maggiori probabilità di sperimentare alti tassi di depressione e probabilmente ansia durante e dopo la fine dell’isolamento forzato. Ciò può aumentare con il proseguimento dell’isolamento forzato. I servizi clinici, secondo gli studiosi, dovrebbero offrire supporto preventivo e intervento precoce ove possibile ed essere preparati ad un aumento dei problemi di salute mentale nelle fasce di età analizzate.
Articolo (in inglese):
Loades, M., Chatburn, E., Higson-Sweeney, N., Reynolds, S., Shafran, R., Brigden, A., Linney, C., McManus, M., Borwick, C., Crawley, E., Rapid Systematic Review: The Impact of Social Isolation and Loneliness on the Mental Health of Children and Adolescents in the Context of COVID-19, Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, 2020/06/01, 0.1016/j.jaac.2020.05.009.
Su Science Direct: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0890856720303373
La pandemia e il lockdown hanno avuto un impatto sulla salute mentale della popolazione italiana?
Il presente studio ha valutato la salute mentale nella popolazione generale italiana da tre a quattro settimane in corrispondenza del lockdown e ha esplorato l’impatto dei potenziali fattori di rischio correlati al COVID-19.
I dati analizzati sono stati quelli raccolti grazie a un sondaggio diffuso su Internet tra il 27 marzo e il 6 aprile 2020. Le persone che hanno completato il questionario sono state 18.147, il 79,6% donne.
I risultati hanno mostrato un aumento generale nella popolazione dei sintomi del disturbo post traumatico da stress (PTSS), disturbi dell’adattamento, depressione, ansia, insonnia ed altri. Tra le motivazioni emerse, in base ai soggetti, ci sono stati l’interruzione dell’attività lavorativa, il dover lavorare più del solito, la quarantena, i decessi in famiglia. Gli studiosi hanno concluso che ci sono stati alti esiti negativi sulla salute mentale nella popolazione generale italiana per via delle misure di blocco per il COVID-19 e di diversi fattori di rischio correlati al COVID-19.
Articolo (in inglese):
Rossi, Rodolfo & Socci, Valentina & Talevi, Dalila & Mensi, Sonia & Niolu, Cinzia & Pacitti, Francesca & Marco, Antinisca & Rossi, Alessandro & Siracusano, Alberto & Di Lorenzo, Giorgio. (2020). COVID-19 pandemic and lockdown measures impact on mental health among the general population in Italy. An N=18147 web-based survey. 10.1101/2020.04.09.20057802.
Quale impatto ha avuto il lockdown sui bambini e sugli adolescenti italiani? Con quali sintomi?
Per via delle persistenti regolamentazioni di chiusura di asili e scuole e di altri tipi di servizi sociali, il benessere dei più piccoli sembra essere stato assediato allo stesso modo degli adulti per ciò che concerne la qualità di vita e l’equilibrio emotivo, a prescindere dallo stato psico-sociale di partenza, per effetto diretto del confinamento stesso e per il riflesso delle condizioni familiari contingenti.
Infatti, i bambini respirano e hanno respirato come non mai l’aria di casa in questo periodo, con tutti i possibili aspetti positivi e negativi legati alla situazione familiare.
Per avere una visione realistica e monitorare la situazione, l’Istituto Giannina Gaslini con l’Università di Genova ha attuato un programma di monitoraggio e di intervento dedicato al supporto della popolazione pediatrica e delle loro famiglie, anche con l’obiettivo di individuare precocemente possibili situazioni di criticità in ambito psichico comportamentale.
Il sondaggio è stato svolto a circa tre settimane di distanza dal “lockdown”, mediante piattaforma Google Form, in forma anonima. Il questionario ha riscosso subito interesse da parte della popolazione: in due settimane hanno aderito 6800 soggetti da tutta Italia, di cui 3245 hanno dichiarato figli (< 18a) a carico.
Dall’analisi dei dati relativi alle famiglie con figli minori di 18 anni a carico (3251 questionari) è emerso che nel 65% dei casi di bambini di età inferiore a 6 anni e nel 71% dei bambini con età maggiore di 6 anni sono insorte problematiche comportamentali e sintomi di regressione.
Nello specifico, per quel che riguarda i bambini al di sotto dei sei anni i disturbi più frequenti sono stati l’aumento dell’irritabilità, disturbi del sonno e disturbi d’ansia (inquietudine, ansia da separazione).
Nei bambini e adolescenti (età 6-18 anni) i disturbi più frequenti hanno interessato la componente somatica (disturbi d’ansia e somatoformi come la sensazione di mancanza d’aria) e i disturbi del sonno (difficoltà di addormentamento, difficoltà di riveglio per iniziare le lezioni per via telematica a casa), instabilità emotiva con irritabilità e cambiamenti del tono dell’umore.
Report (in italiano): Impatto psicologico e comportamentale sui bambini delle famiglie in italia, Istituto Giannina Gaslini, Istituto Pediatrico di ricovero e cura a carattere scientifico.
Su Gaslini: http://www.gaslini.org/comunicati-stampa/bambini-e-covid-19-come-hanno-reagito-e-come-aiutarli/
Si veda anche il progetto “Ragazzi in quarantena: quali conseguenze nella quotidianità?“. Il progetto è stato condotto dal Laboratorio per la Salute Materno Infantile del Dipartimento di Salute Pubblica tra maggio e giugno 2020 (Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri). Gli effetti riscontrati sono stati raccontati dai diretti interessati (nell’età compresa tra gli 8 e i 14 anni) in un’intervista. Risultati: 1/3 terzo dei bambini e degli adolescenti intervistati ha fatto molta fatica ad adattarsi alla scuola da remoto, quasi la metà dei ragazzi ha rivelato di “aver pasticciato” di più con il cibo rispetto alla normalità; inoltre sono emersi problemi di sonno e necessità di maggiore contatto con i genitori, oltre ad aver sofferto della mancanza di relazioni e dei ritmi associati alle varie attività. L’articolo si trova sul sito dell’Istituto: https://www.marionegri.it/magazine/quarantena-e-ragazzi
Quale impatto psicologico ha avuto l’isolamento sulla popolazione universitaria?
Con un’indagine online, alla quale hanno preso parte 992 studenti universitari cinesi due mesi dopo l’inizio del lockdown, sono state misurate sette dimensioni del benessere psicologico, e cioè:
1- stato mentale, misurato in base a 5 parametri: depressione, neurastenia,* ansia, disturbi ossessivo-compulsivi e ipocondria;
2- pattern comportamentali, divisi in due categorie: comportamenti positive e comportamenti negative;
3- percezione del rischio, divisa in tre categorie: ansia, vulnerabilità e controllabilità;
conoscenze di strategie di gestione dello stress;
4- stress legato allo studio, quale paura di restare indietro con gli studi, peggioramento della qualità dell’insegnamento, personale difficoltà di adattarsi alla didattica a distanza, ecc.
relazioni familiari;
5 – relazioni tra studenti/coetanei.
In base ai risultati, gli studenti sono stati divisi in tre gruppi: ad alto, medio e basso rischio.
In base ai risultati, il 6% dei partecipanti è stato classificato ad alto rischio di sviluppare patologie mentali, il 63% a medio rischio ed il 31% a basso rischio.
Inoltre, i risultati hanno mostrato che le misure di isolamento hanno avuto una complessa influenza sui sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo, della paura, dell’ipocondria, della depressione e della neurastenia attraverso vari fattori.
Gli autori elencano sei possibili aree di intervento per alleviare i problemi psicologici degli studenti durante l’isolamento, quali: migliorare l’informazione sull’andamento della pandemia, ridurre le opportunità di comportamenti negativi, fornire informazioni sulle tecniche e strategie di gestione dello stress, alleviare i conflitti familiari e migliorare le relazioni familiari, coltivare le abitudini positive, adeguare le aspettative didattiche.
*Esclusa dal DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, edito dall’Associazione Americana degli Psichiatri a partire dal 1952) nel 1980, la neurastenia continua ad essere diffusamente diagnosticata nei Paesi asiatici. Intesa inizialmente in modo generico come “calo dell’energia vitale”, nella Classificazione Cinese dei Disturbi Mentali attualmente in vigore (CCMD-3, 2001), la diagnosi di Neurastenia si basa sulla presenza di almeno 3 di 5 sintomi: “stanchezza o debolezza (fisica o mentale)”, “irritabilità o apprensione”, “nervosismo o iperreattività”, “disturbi psicosomatici”, “disturbi del sonno”. Per chi fosse interessato alla psicologia/psichiatria transculturale: Lee, M. H., Kim, Y., & Cho, S. H. (2017). Review on Diagnostic Criteria of Neurasthenia: Suggesting Pathway of Culture-bound diseases. Journal of Pharmacopuncture, 20(4), 230–234. https://doi.org/10.3831/KPI.2017.20.028.
Articolo (in inglese): Chen B., Sun J., Feng Y. (2020) How Have COVID-19 Isolation Policies Affected Young People’s Mental Health? – Evidence From Chinese College Students Front. Psychol., 24 June 2020 | https://doi.org/10.3389/fpsyg.2020.01529.
Su Frontiers in Psychology: https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fpsyg.2020.01529/full
Come ha influito il lockdown sulla salute mentale della popolazione?
Un sondaggio condotto dai ricercatori della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health durante la pandemia di COVID-19 ha riscontrato un aumento di oltre tre volte la percentuale di adulti statunitensi che hanno riportato sintomi di disagio psicologico. Il sondaggio, messo in campo online dal 7 aprile al 13 aprile, ha rilevato che il 19,3% degli adulti con reddito familiare annuo inferiore a $ 35.000 ha riportato un disagio psicologico nel 2020 rispetto al 7,9 per cento nel 2018, con un aumento di 11,4 punti percentuali. Quasi un quinto, o il 18,3 per cento, degli adulti ispanici ha riferito di un disagio psicologico nel 2020 rispetto al 4,4 per cento nel 2018, con un aumento di oltre quattro volte di 13,9 punti percentuali. I ricercatori hanno anche scoperto che il disagio psicologico negli adulti di età pari o superiore a 55 anni è quasi raddoppiato dal 3,8% nel 2018 al 7,3% nel 2020.
Le interruzioni durante il periodo della pandemia di COVID-19 – allontanamento sociale, paura di contrarre la malattia, incertezza economica, compresa l’elevata disoccupazione – hanno influito negativamente sulla salute mentale. La pandemia ha anche interrotto l’accesso ai servizi di salute mentale. “Dobbiamo prepararci a tassi più elevati di malattie mentali tra gli Stati Uniti dopo il COVID”, afferma McGinty. “È particolarmente importante identificare le esigenze di trattamento delle malattie mentali e collegare le persone ai servizi, con particolare attenzione ai gruppi con un alto livello di sofferenza psicologica tra cui giovani adulti, adulti in famiglie a basso reddito e ispanici”.
“Lo studio suggerisce che l’angoscia sperimentata durante COVID-19 potrebbe trasferirsi a disturbi psichiatrici a lungo termine che richiedono cure cliniche”, afferma McGinty. “I fornitori di assistenza sanitaria, gli educatori, gli assistenti sociali e altri fornitori di prima linea possono aiutare a promuovere il benessere e il supporto mentale“.
Articolo (in inglese): Emma E. McGinty, Rachel Presskreischer, Hahrie Han, Colleen L. Barry. Psychological Distress and Loneliness Reported by US Adults in 2018 and April 2020. JAMA, 2020; DOI: 10.1001/jama.2020.9740.
Su Jama Network: https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2766941
Qual è l’impatto psicologico che può generare una pandemia e come si possono ridurre i rischi?
Questo articolo descrive una review su più di 3000 articoli circa l’impatto psicologico connesso alla quarantena. Gli studi più autorevoli hanno riportato effetti psicologici negativi tra cui sintomi di stress post-traumatico, confusione e rabbia.
Gli elementi stressogeni includevano una maggiore durata della quarantena, paure di infezione, frustrazione, noia, inadeguata condivisione di informazioni, perdite finanziarie e stigmatizzazioni. Alcuni ricercatori hanno suggerito che potrebbero evidenziarsi effetti a lungo termine. In situazioni in cui la quarantena è ritenuta necessaria, dicono gli studiosi, i funzionari dovrebbero:
- mettere in quarantena le persone per un periodo non superiore a quello richiesto
- fornire informazioni chiare che motivino la quarantena, raccontare alle persone cosa sta accadendo e per quanto durerà
- garantire la fornitura di base di acqua, cibo, eventuali medicine necessarie
- dare suggerimenti su attività significative da svolgere durante la quarantena
- incoraggiare l’altruismo
Articolo (in inglese): Brooks, Sam & Webster, Rebecca & Smith, Louise & Woodland, Lisa & Wessely, Simon & Greenberg, Neil & Rubin, G.. (2020). The Psychological Impact of Quarantine and How to Reduce It: Rapid Review of the Evidence. SSRN Electronic Journal. 395. 10.2139/ssrn.3532534.
Su The Lancet: https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)30460-8/fulltext
Durante il lockdown, i bambini e i ragazzi sono riusciti ad apprendere come a scuola?
Un rapporto inglese ha presentato alcune evidenze su come i bambini hanno trascorso il loro tempo durante il lockdown, con particolare attenzione alle attività di apprendimento a casa e alle risorse di apprendimento disponibili in diverse famiglie. I dati sono stati raccolti grazie ad un sondaggio completato online da oltre 4.000 genitori di bambini di età compresa tra 4 e 15 anni tra mercoledì 29 aprile e martedì 12 maggio 2020. In breve è emerso che:
- I bambini delle scuole primarie e secondarie hanno dedicato in inghilterra circa 5 ore al giorno all’apprendimento familiare;
- I genitori con reddito più elevato sono stati molto più propensi dei meno abbienti a riferire che la scuola del loro bambino ha offerto lezioni online e accesso alla videoconferenza online con gli insegnanti;
- I bambini delle famiglie più abbienti hanno trascorso il 30% in più di tempo nell’apprendimento familiare rispetto a quelli delle famiglie più povere;
- Gli studenti più abbienti hanno avuto accesso a più risorse per l’apprendimento a casa rispetto a quelli più poveri;
- Quasi il 60% dei genitori dei bambini delle scuole elementari e quasi la metà dei genitori dei bambini delle scuole secondarie ha affermato di avere avuto difficoltà a sostenere l’apprendimento dei propri figli a casa;
- Le chiusure scolastiche hanno aumentato le disparità educative.
Report (in inglese): A. Andrew, S. Cattan, M.Costa Dias, C. Farquharson, L. Kraftman, S. Krutikova, A. Phimister and A. Sevilla, Learning during the lockdown: real-time data on children’s experiences during home learning, The Institute for Fiscal Studies, 2020.
Su IFS | Institute for Fiscal Studies: https://www.ifs.org.uk/publications/14848
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